...tutta un'Italia-presepio di personaggini agitati che corrono in mille direzioni, indaffaratissimi a fare niente, molto molto impegnati a creare e ad esprimere il nulla. Mani si stringono senza toccarsi, sguardi s'incrociano senza fuoco né senso alcuno... Cosa siamo diventati? Dove ci siamo persi? Quando è cominciata questa pantomima, quand'è che ci siamo accorti di non aver più alcuna prospettiva se non quella di girare a vuoto presi dal nonsenso del nostro fare? Urge riprendere in mano la mappa e capire dove si debba andare. Non il navigatore, no, che quello addormenta la consapevolezza e distoglie dalla libertà di scegliere un percorso.
Ritroviamo la pennellata del sentiero che avevamo noi stessi segnato. Sentiamoci responsabili, con la creatività che ci resta, con la spontaneità che ancora ci caratterizza, di fronte ad un'umanità che da noi potrebbe avere qualcosa da imparare. Non fummo proprio fatti per viver come bruti! Noi no.
E che brutta Italia siamo diventati: le lenzuola sempre stese al sole non sono più bianche, ma di un grigio scialbo sventolano nell'aria umida e malsana, senza eco dei bei tempi andati, delle nostre stagioni di sentimento, di allegra incoscienza. Pieni di noia per tutto, ci agitiamo per un nonnulla: ma noia e agitazione non danno spazio alla rabbia, alla rivolta, alla nostalgia che da sempre ispirano nuovi cammini. "Il faut être absolument moderne" risuona la voce del poeta - come un nuovo amico spesso ci ricorda. Ritroviamo il sentiero per la modernità, non ci tiriamo indietro di fronte alla possibilità che la crisi planetaria ci offre di ispirare il cambiamento, a sollievo di tanti e tanti sistemi!
Non lasciamo amaramente che chi sta cominciando appena si avventuri su altri percorsi, lontano da questa terra di figuranti da presepe inutilmente impegnati ad omaggiare il primo imperatore di passaggio.
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