Amsterdam-dic.2010

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venerdì 15 ottobre 2010

La memoria della Croazia

La cicaleggiante Croazia in agosto... vacanze spartane su isolette incantevoli, tutte bosco e roccia, aspre come ancora è l'uva sui 1000 pergolati.
"The Mediterranean as it once was
"Il Mediterraneo com'era una volta
Recitano i pannelli pubblicitari. Ed è proprio così.  
Vacanze in Jugoslavia 1950
Il Mediterraneo con l'ombra scura di una GUERRA ancora dietro l'angolo.  E angoscia e sconcerto suscitano talvolta il paesaggio costiero e l'immediato interno, dove i ruderi e i muri crivellati di colpi affogano nell'erba e nei rovi, forse lasciati a monito di quello che non dovrebbe accadere mai.  Mai più.  Mi raccontano di italiani innamorati del Mediterraneo autentico di questa costa croata e dei suoi cento arcipelaghi, della riservatezza cortese ma fredda di questa gente, dei piatti semplici e gustosi.  Mi hanno raccontato di chi se ne è stato beato in questo buen retiro per mesi prima di accorgersi che lì fuori, poco più in là, il conflitto fratricida - esploso qui in Croazia proprio in estate, era il 1991 - stava tirando fuori il peggio da questa gente, e riportando il caos nella natura ancora offesa dalla storia violenta d'Europa.  Mario di Monselice mi ha raccontato della sua isola preferita, Dugi Otok (l'Isola Lunga), di com'era prima di questa recente guerra tra fratelli di lingua e di regime e di com'è ora.  Di come non sarà mai più.  Le guerre segnano sempre punti di svolta, e qui la guerra ha segnato il confine tra il Mediterraneo di una volta e le multinazionali del turismo, che piano piano sono arrivate con il loro casinò, con le navi da crociera, le stazioni di servizio, la cementificazione selvaggia delle coste.  Le isole più inaccessibili, o quelle troppo rocciose o troppo boscose resistono: il turismo di massa vuole luoghi facili da abbordare, ampi bagnasciuga, strade ampie e comode.  E allora via a scoprire Mliet (l'isola del Miele di Greci e Romani), tutta un saliscendi di colline e boschi fitti, nebbie improvvise, discese infinite verso calette di pura roccia e mare smeraldo, turchese, topazio.  La guerra anche qui è finita, forse davvero non c'è mai stata, ma quando chiedi un ricordo, quell'ombra scura negli occhi dei Croati che hanno più di 20 anni torna.  Ma non è scura come le pinete di Mliet o questo mare blu di fronte alle coste pugliesi.  E' piuttosto un lago oscuro dove sono state gettate le memorie intoccabili, innominabili, che se ne stanno lì nascoste, perse nel tempo.  E le cicale continuano immemori il loro canto, malinconico e lussureggiante.  Uguale, prima e dopo la terribile guerra...